Appello d’esame

giugno 24, 2007

Io preferirei sostenere l’esame il 6 luglio.

Bozze di copertina…

giugno 20, 2007

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Peter Handke ama tutto ciò che nel libro descrive, ama gli alberi, le rocce, i ruscelli, i sentieri, ama la natura incontaminata che lo avvolge nei suoi viaggi.
Viaggi particolari, differenti da una classica partenza per le vacanze estive, in quanto frutto di un collegamento tra realtà e fantasia, attraverso un mondo di colori.
Ogni cosa che lo scrittore osserva, tocca o sente viene ricondotta automaticamente nella memoria e comporta il rimando a lontani ricordi.
Per converso, ogni ricordo fugge dalla mente e si proietta nelle immagini che nelle lunghe passeggiate appaiono dinnanzi a lui.
Si crea così una narrazione di ogni evento basata sull’effettivo contatto con l’elemento materiale, e la sensazione che questo contatto comporta nell’animo dello scrittore.
Tema centrale, attorno al quale ruota il gioco dello scrittore, è il monte provenzale Sainte- Victorie, soggetto prediletto dal noto pittore Cèzanne all’interno dei suoi quadri.
Il racconto di Handke, descrive infatti, in maniera estremamente minuziosa ogni particolare realmente incontrato dall’uomo nelle sue lunghe passeggiate, come se avesse in mente un vero e proprio quadro, o una serie di quadri molto precisi.
Parrebbe quasi che in ogni paragrafo venissero riportate con precisione le fotografie scattate, tant’è che le varie situazioni spiegate dall’autore risultano essere talmente precise e complesse da richiedere la massima attenzione nel momento della lettura.
Anche la struttura del libro è abbastanza fuori del comune a mio parere, infatti, oltre ad essere un misto fra autobiografia e romanzo, riporta vari sprazzi di ricordi dell’autore, il quale si butta dentro e fuori dai quadri, tra fantasia e realtà, passando da un momento in un luogo, ad un altro situato in zona opposta.
E il colore ritorna sempre come elemento fondamentale che fa da sfondo alle interpretazioni delle immagini di Handke, o a ciò che ogni lettore può liberamente comprendere immergendosi nello scritto.
La parola e l’immagine si collegano, ciò che il mondo attorno appare e ciò che il mondo attorno è, sono il fulcro centrale del viaggio dell’autore.
Egli ricorda l’infanzia, attraverso le materie concrete che la riconducono alla sua mente, ed è in quel momento che abbandonano l’ambiguità per trasformarsi in qualcosa di eterno.

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Fotografo di riferimento

Maggio 28, 2007

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Vorrei iniziare il mio lavoro basandomi sul pensiero della fotografa tedesca Uta Barth.

Il suo modo di osservare il mondo circostante mi ha colpita, in quanto cerca di descrivere ciò che è naturale e quotidiano in maniera distorta.

Le sue fotografie non sono quasi mai perfettamente a fuoco e questo favorisce la percezione alterata dell’ambiente o del soggetto.

Fotografa luoghi comuni come stanze, campi, città o elementi precisi e ravvicinati interni a questi luoghi, osservandoli con occhi differenti rispetto alla visione dei colleghi fotografi.

La visione è basata sul distacco tra soggetto e pensiero relativo allo stesso ed  ciò che pure io vorrei ricercare.

Mi piacerebbe riuscire ad osservare tutto ciò che ogni giorno abbiamo di fronte e non notiamo, sia per abitudine che per frenesia, trovando per ogni cosa un significato intrinseco, diverso da come materialmente e visivamente appare, un pò secondo il pensiero di Ute Barth.

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Ciao a tutti!!!!!!!!!!!

Maggio 16, 2007

kikka…🙂